Capellupo: “Catanzaro penalizzata dal piano Occhiuto. Serve un intervento del Governo”

Il consigliere denuncia: troppe specializzazioni a Cosenza, a rischio la facoltà di Medicina del capoluogo

A cura di Redazione
24 settembre 2025 22:00
Capellupo: “Catanzaro penalizzata dal piano Occhiuto. Serve un intervento del Governo” -
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L’assegnazione all’Università della Calabria di Cosenza di un numero record di scuole di specializzazione in Medicina – «il più alto d’Italia» – con copertura economica garantita sia dai fondi ministeriali che dal bilancio regionale, rappresenta per il consigliere comunale Capellupo la conferma di una strategia precisa: «concentrare a Cosenza tutte le risorse economiche e progettuali in campo sanitario e universitario».

Una scelta che, secondo l’esponente politico, mette a serio rischio la sopravvivenza delle altre facoltà di Medicina in Calabria, in particolare quella di Catanzaro, «storico presidio di eccellenza e punto di riferimento fondamentale per la formazione e la sanità regionale».

Capellupo ricorda che a Cosenza «non esiste ancora alcun Policlinico», mentre il presidente e commissario Roberto Occhiuto ha annunciato un progetto da un miliardo di euro attraverso la Protezione civile «in caso di rielezione». Nel frattempo – sottolinea – «si smantella quanto funziona a Catanzaro, favorendo un disegno centralizzatore che ignora l’equilibrio regionale».

«Ben venga lo sviluppo di Cosenza e di tutte le aree calabresi – precisa – ma non si può sacrificare il capoluogo e il suo sistema sanitario e universitario per meri interessi elettorali».

Il consigliere denuncia anche il «silenzio complice degli esponenti catanzaresi vicini a Occhiuto», accusati di «fare campagna elettorale senza dire chiaramente che il voto a loro va anche al presidente uscente».

Per Capellupo, infine, «serve un intervento urgente del Governo e del Ministero dell’Università e della Ricerca per garantire pari dignità e pari opportunità di crescita a tutti i territori della Calabria, evitando squilibri che potrebbero compromettere il futuro formativo e sanitario dell’intera regione».

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