Edoardo Leo incanta Catanzaro: “Ti racconto una storia” chiude il Festival d’Autunno tra emozioni e applausi
Al Politeama di Catanzaro sold out per Edoardo Leo: parole, musica e ironia per un gran finale del Festival d’Autunno diretto da Antonietta Santacroce
C’è un bisogno antico, viscerale, che ci accomuna tutti: ascoltare storie capaci di farci ridere, piangere e riflettere. Ieri sera, al Teatro Politeama di Catanzaro, il tempo ha rallentato il suo passo. In un’atmosfera sospesa, fatta di parole, musica e memoria, Edoardo Leo ha portato in scena Ti racconto una storia, lo spettacolo che ha chiuso con una ventata di allegria e poesia la XXII edizione del Festival d’Autunno, fondato e diretto da Antonietta Santacroce.
Il regalo alla città ha registrato il tutto esaurito, nonostante la breve programmazione: un segno tangibile dell’affetto verso una rassegna che da anni si distingue per qualità e originalità delle sue proposte.
Ti racconto una storia è un inno all’arte del narrare, un contenitore di idee e sorrisi dove, come diceva Gigi Proietti, “tutto è finto ma nulla è falso”. Leo ha preso il pubblico per mano in un viaggio di emozioni, aneddoti e riflessioni, alternando ironia e malinconia, improvvisazione e poesia.
Sul palco, tra lavagne, libri e citazioni, l’attore romano è diventato “professore dell’anima”, spiegando con naturalezza e ritmo come le parole possano curare e unire. Accanto a lui, la musica di Jonis Bascir – “l’orchestra più piccola del mondo” – ha dato respiro ai racconti, trasformandoli in un dialogo tra note e cuore.
Il momento più intenso è arrivato con Nebraska di Bruce Springsteen, letta e interpretata da Leo con voce intensa e misurata, in un teatro che tratteneva il fiato. Poi l’applauso, lungo, liberatorio, a suggellare una serata indimenticabile.
Al termine, il direttore artistico ha consegnato all’attore il “Cavatore d’argento” realizzato da Michele Affidato, simbolo di riconoscenza verso chi sa trasformare le parole in emozione.
Con questo spettacolo il Festival d’Autunno si è concluso, rinnovando la promessa di continuare a cercare e raccontare storie. Perché, come ci ha ricordato Leo, abbiamo ancora maledettamente bisogno di chi sa raccontarle così.
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