Emergenza abitativa per i docenti fuori sede: un rischio concreto per la scuola italiana

Il Coordinamento Nazionale Docenti di Diritti Umani denuncia una condizione sempre più critica per insegnanti e personale ATA

A cura di Redazione
07 settembre 2025 21:00
Emergenza abitativa per i docenti fuori sede: un rischio concreto per la scuola italiana -
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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende richiamare con urgenza l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla persistente crisi abitativa che grava sui docenti e sul personale scolastico tecnico-amministrativo fuori sede, "una condizione - si legge in una nota - che abbiamo segnalato ripetutamente nel corso degli anni e che oggi connota una vera e propria condizione di povertà per gli insegnanti e le loro famiglie, costituendo un caso gravissimo di disagio per la società e per l’intero sistema educativo.

I dati più recenti restituiscono un quadro allarmante: la media nazionale dei canoni di affitto ha raggiunto quota 1.020 euro, con abitazioni progressivamente più piccole, mentre in città come Firenze, Milano e Roma i prezzi mensili raggiungono valori che assorbono gran parte della retribuzione netta di un docente, rendendo impossibile una vita dignitosa.

Il report di Immobiliare.it Insights di luglio 2025 conferma che l’offerta di immobili è cresciuta del 24,3% su base annua, riducendo la pressione della domanda, ma ciò non si è tradotto in maggiore accessibilità: i prezzi continuano a salire, con incrementi medi del 6,6%, più marcati al Centro e al Sud. Per le famiglie mono-reddito, categoria in cui rientrano molti insegnanti soli, l’accessibilità è ormai ai minimi storici, mentre per le coppie la situazione è particolarmente critica nelle aree centrali, dove meno della metà delle abitazioni disponibili può dirsi sostenibile.

Anche nelle grandi città, Milano, Firenze e Roma restano ai vertici per canoni unitari, mentre Palermo, Catania e Genova, pur collocandosi in coda, hanno registrato rialzi significativi. Firenze è oggi la città meno accessibile per le coppie bi-reddito, con meno di un’abitazione su cinque ritenuta sostenibile, mentre a Napoli e Bologna si intravedono timidi segnali di miglioramento. La riduzione della pressione della domanda, come evidenziato dal -38,5% a Firenze e dal -22% a Roma, segnala che molti potenziali inquilini si allontanano dal mercato scoraggiati dalle condizioni insostenibili.

Questa situazione non riguarda solo il singolo lavoratore: l’impossibilità di reperire un alloggio dignitoso comporta rinunce, trasferimenti forzati, cattedre scoperte e discontinuità didattica, determinando un vulnus all’articolo 36 della Costituzione, che tutela il diritto del lavoratore a una retribuzione sufficiente a condurre un’esistenza libera e dignitosa, e all’articolo 34, che garantisce a tutti il diritto allo studio, configurando un grave disagio per la collettività e il sistema educativo nel suo complesso.

In tale contesto si colloca l’annuncio del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che nell’ambito del Piano Casa Italia elaborato con il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha previsto alloggi a prezzi calmierati per docenti e personale ATA. Pur rappresentando un riconoscimento istituzionale della gravità del problema, la realizzazione dei progetti non è compatibile con l’urgenza della situazione.

Il Coordinamento sottolinea quindi la necessità di misure immediate già a partire dal corrente anno scolastico, per garantire ai docenti e alle loro famiglie un’abitazione sostenibile e tutelare la continuità didattica, attraverso strumenti come agevolazioni fiscali per proprietari che affittino a prezzi calmierati, voucher abitativi mirati e convenzioni con enti locali e università.

Il diritto all’abitare e il diritto all’istruzione si intrecciano indissolubilmente: tutelare la dignità dei docenti significa salvaguardare la qualità dell’insegnamento e il futuro della scuola italiana".

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