Il sottosegretario di Stato alla giustizia Del Mastro Delle Vedove in visita a Catanzaro
Presente anche il Garante regionale Giovanna Russo. Confronto e dialogo costruttivo a tutela della legalità e della giustizia.

Catanzaro - Il Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Giovanna Russo, ha partecipato alla visita istituzionale del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, ieri mattina a Catanzaro, accompagnato dal sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, e dall’europarlamentare Denis Nesci.
Una visita, quella all’Istituto penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro, nella quale erano presenti il direttore Patrizia Delfino, il provveditore penitenziario della Calabria, Liberato Guerriero, il dirigente medico Giulio Di Mizio, oltre al personale di polizia penitenziaria, ai rappresentanti regionali e locali dei sindacati di polizia penitenziaria e al personale medico e sanitario.
«La Calabria sebbene sia una regione complessa– ha dichiarato il garante Giovanna Russo – in questo momento ha una grande opportunità: l’ascolto e la vicinanza degli organi centrali delle massime istituzioni dello Stato, frutto di un lavoro avviato da tempo che non urla ma costruisce per il bene e la giustizia dei suoi cittadini tutti. Dentro e fuori le mura». Nel corso della riunione, il Garante regionale ha registrato con soddisfazione una grande compartecipazione e un importante ascolto circa quelle che sono le peculiarità e le criticità che, negli anni, hanno finito per cristallizzarsi».
«Una riunione molto franca – sottolinea Giovanna Russo – nella quale il sottosegretario alla Giustizia ha evidenziato i concorsi espletati e quelli in itinere, illustrando dati e progettualità. Uno spazio, insomma, nel quale sono state rilevate peculiarità che possono certamente migliorare l’oggi e che vanno approfondite nei competenti uffici. Ciò che è emerso è stato, soprattutto, un livello dialogico istituzionale paritario di conoscenza del settore tipico di chi, intravedendo e finanche intercettando i problemi, vuole cercare e offrire delle soluzioni».
«Chi davvero conosce il mondo delle carceri – evidenzia il Garante regionale – sa bene che la strada da percorrere è quella di trovare sia soluzioni immediate che, parallelamente, predisporre progettualità di revisione dell’intero settore nel medio e lungo periodo».
«Ieri – spiega Giovanna Russo – quella parte di Calabria che costruisce e non demolisce ha dimostrato, come già ho avuto modo di cogliere in analoghe visite, che insieme e soltanto uniti possiamo costruire quel welfare penitenziario nel quale crediamo, quello che non ha paura di parlare di sicurezza, ma che è consapevole che nell’ adeguata gestione della sicurezza si iscriva il miglior principio trattamentale per la reale garanzia dei diritti delle persone private della libertà personale. A nulla servono, infatti, strappi e contro narrazioni disfunzionali e superflue, che arrecano danno proprio a quella parte dello Stato che è preposta a garantire e tutelare quotidianamente le persone private della libertà personale».
«A tutta l’amministrazione penitenziaria che, nel corso della quotidiana attività ho modo di incontrare, va sempre – afferma il Garante Russo – il pieno sostegno e supporto istituzionale perché sono ben consapevole che solo nel perimetro dell’ascolto, del confronto e soprattutto di un’ autentica, tecnica e scientifica lettura delle specifiche realtà si trovano le soluzioni adeguate alla giustizia giusta nella quale crediamo».
«Questa – sottolinea Il Garante regionale– è la strada di una legalità che si costruisce insieme, che lavora per reprimere le mafie e la cultura mafiosa che dal carcere vuole comandare. É un momento storico complesso, nulla deve essere sottovalutato e nel quale la priorità è costruire percorsi di reale assunzione di responsabilità verso quel cittadino che deve ritornare alla libertà da persona responsabile, nessuno escluso. Significa, insomma, – conclude Giovanna Russo – togliere terreno alla pervasività della ’Ndrangheta e delle altre organizzazioni criminali che ledono quotidianamente i diritti umani dei più fragili alterando il pianeta carcere».