Capo Vaticano, laboratorio naturale per il futuro del mare: monitoraggio e tutela di Coralligeno e Posidonia
Misurare, valutare, confrontare. Sono queste le parole chiave che guidano le nuove politiche di gestione ambientale, soprattutto in un tempo in cui i cambiamenti climatici e le pressioni antropiche me...

Misurare, valutare, confrontare. Sono queste le parole chiave che guidano le nuove politiche di gestione ambientale, soprattutto in un tempo in cui i cambiamenti climatici e le pressioni antropiche mettono a rischio gli equilibri degli ecosistemi marini. In questo scenario, il Parco Marino Regionale di Capo Vaticano si sta affermando come uno dei principali laboratori naturali per l’osservazione e la salvaguardia degli habitat sommersi più delicati e preziosi: il Coralligeno e la Posidonia oceanica.
Questi due ambienti, riconosciuti e protetti a livello europeo, sono veri e propri indicatori della salute del mare. La loro presenza e il loro stato di conservazione rappresentano un termometro per comprendere quanto le nostre attività incidano sulla qualità delle acque e sulla biodiversità marina.
Con l’obiettivo di monitorarne lo stato e definire strategie di conservazione efficaci, è stato avviato il progetto TECNA ACOUSTIC – Fondali di Capo Vaticano, promosso dall’Ente per i Parchi Marini Regionali della Calabria e finanziato dal National Biodiversity Future Center con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il progetto, avviato nel dicembre 2024 e con conclusione prevista per ottobre 2025, si svolge nell’ambito della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Fondali di Capo Vaticano”, una delle tre aree di pregio incluse nel Parco insieme ai fondali di Capocozzo – S. Irene e Pizzo.
Il cuore dell’attività scientifica consiste in rilievi ad alta precisione condotti con tecnologie geo-acustiche, come il Side Scan Sonar, in grado di restituire immagini dettagliate dei fondali, e l’utilizzo di ROV (Remote Operated Vehicle) per l’osservazione diretta del coralligeno. A questi strumenti si affiancano metodi come il visual census per la valutazione della Posidonia oceanica, seguendo i rigorosi protocolli della Direttiva Marine Strategy e delle linee guida ISPRA.
Ma il progetto non si limita alla sola raccolta di dati: uno degli aspetti più rilevanti riguarda la mappatura delle pressioni antropiche che minacciano questi habitat, come ancoraggi selvaggi, scarichi non controllati, pesca non regolamentata e urbanizzazione costiera. L’obiettivo è tradurre l’analisi scientifica in misure di conservazione concrete, integrate con la pianificazione territoriale e il coinvolgimento degli attori locali.
Infatti, al centro del progetto vi è anche un’azione trasversale di comunicazione e sensibilizzazione, rivolta a cittadini, turisti, operatori del mare e amministratori. La tutela dell’ambiente marino non è solo un dovere ecologico, ma una strategia per garantire benessere, salute e sviluppo sostenibile alle comunità costiere.
Il Parco Marino di Capo Vaticano, grazie a questo progetto, diventa così un modello di gestione integrata basata sulla scienza, la tecnologia e la partecipazione, con l’ambizione di trasformare la bellezza del mare in risorsa durevole per le generazioni future.