A Soverato presidio pro-Palestina al Magna Graecia Film Festival
Il Coordinamento provinciale Catanzaro a sostegno del popolo palestinese contesta la presenza di Tajani al festival e i finanziamenti regionali

Soverato – Il Magna Graecia Film Festival, in corso a Soverato, è diventato il palcoscenico di una forte protesta politica. Il Coordinamento provinciale Catanzaro a sostegno del popolo palestinese ha indetto un presidio in concomitanza con la presenza al festival di figure politiche di rilievo come Antonio Tajani, criticando apertamente le scelte politiche e le posizioni del governo italiano e della Regione Calabria.
Secondo la nota del coordinamento, la presenza di politici come Elly Schlein e Antonio Tajani al festival è vista come un'inopportuna vetrina per coloro che, a loro avviso, non hanno agito concretamente per fermare quello che definiscono un "genocidio in atto a Gaza". Il comunicato critica Tajani per le sue dichiarazioni sul riconoscimento dello Stato di Palestina, sostenendo che l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) lo avrebbe già fatto con gli accordi di Oslo, e che la sua posizione sarebbe incoerente.
La protesta si estende anche a livello locale, con una dura critica rivolta alla Calabria Film Commission e alla Regione Calabria. Il coordinamento contesta il finanziamento del progetto sulla cucina ebraica "Kosher", il "(K)alabria Star K (Kosher)", un'iniziativa di Klaus Davi, mentre altre regioni italiane hanno sospeso i rapporti con Israele. Questo viene interpretato come una "scelta di campo schierandosi con il sionismo" da parte del festival.
Il presidio, svoltosi ieri, 1 agosto, sul Lungomare Europa, ha voluto denunciare "il cinico disprezzo che si nutre nei confronti del popolo palestinese". Il comunicato invita a boicottare il festival e i suoi ospiti, esprimendo un netto "no" alla guerra, al riarmo e alla "complicità con la NATO", definendola complice del conflitto. Si sottolinea inoltre come gli ingenti fondi destinati alla spesa militare, che a livello europeo potrebbero raggiungere gli 800 miliardi di euro, siano sottratti a servizi essenziali come la sanità e l'istruzione, a scapito dei cittadini.
La nota si conclude con un appello a sostenere la Palestina che lotta e con la dichiarazione che "i nostri soldi già oggi vengono usati dalle imprese belliche per massacrare il popolo palestinese", definendo le aziende come Leonardo "pienamente complici del genocidio in corso".