Medici cubani lasciano la sanità pubblica calabrese

Il consigliere regionale Alecci (PD): “Sistema al collasso, servono chiarezza e riforme strutturali”

A cura di Redazione
23 luglio 2025 13:10
Medici cubani lasciano la sanità pubblica calabrese -
Condividi

Calabria - Il consigliere regionale del Partito Democratico, Antonio Alecci, lancia l’allarme sulla tenuta del progetto di cooperazione sanitaria tra la Calabria e Cuba. Dopo le recenti notizie riguardanti l’abbandono di un altro medico della delegazione cubana – destinato all’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia ma passato alla sanità privata – Alecci accende i riflettori su un fenomeno che sembra tutt’altro che isolato.

«Secondo quanto riportato dalla stampa – dichiara il consigliere – il medico avrebbe scelto una clinica privata situata proprio accanto all’ospedale pubblico dove era stato assegnato. Una decisione probabilmente dettata da condizioni lavorative più dignitose: macchinari funzionanti, aria condizionata, ferie garantite, turni sostenibili e uno stipendio che resta in tasca. Tutto ciò mentre il vecchio Jazzolino aspetta da vent’anni di essere rimpiazzato da una struttura nuova.»

Quello di Vibo non sarebbe un caso isolato: altri medici cubani hanno lasciato i reparti pubblici, alcuni per ferie da cui non sono più tornati, altri per trasferirsi in Spagna o semplicemente per far perdere le proprie tracce.

L’accordo tra Regione Calabria e la società cubana “Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos S.A.”, siglato nel 2022, prevedeva l’arrivo di 497 medici. Tuttavia, al maggio 2025, solo 370 risultavano in servizio, mentre il numero di defezioni continua a crescere. Da qui, l’interrogazione a risposta scritta che Alecci ha depositato al Presidente della Giunta Regionale e Commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto.

«Vogliamo sapere quanti medici cubani siano attualmente operativi in Calabria, quanti abbiano abbandonato l’incarico, quali strumenti di monitoraggio siano in atto, e soprattutto se si intenda rivedere le condizioni contrattuali: attualmente prevedono un compenso lordo di circa 4.700 euro mensili, ma solo 1.200 euro vengono percepiti direttamente dai medici

Per Alecci è evidente che la cooperazione in atto, così come strutturata, non valorizza adeguatamente i medici stranieri: «Per salvare la sanità pubblica non basta importare risorse umane. Occorre far sentire i professionisti – italiani o cubani – parte di un progetto serio e paritario. Se questi medici, una volta giunti in Calabria, capiscono di poter lavorare meglio altrove, significa che il sistema è fallace.»

Il consigliere del PD conclude con un appello alla responsabilità istituzionale: «È tempo di smetterla con i proclami e gli interventi-tampone. La Calabria ha bisogno di una riforma strutturale della sanità pubblica, di investimenti in infrastrutture, condizioni di lavoro dignitose e valorizzazione del personale. Altrimenti continueremo a perdere pezzi, anche quelli che abbiamo faticosamente portato qui da lontano.»

Segui CatanzaroOk