Storie che bucano lo schermo: “Il vuoto” è la voce del sud che incanta il Paese
Catanzaro - Il film “Il vuoto” è un’opera prima di Giovanni Carpanzano che, dopo l’uscita nelle sale cinematografiche nel 2023 e la distribuzion...

Catanzaro – Il film “Il vuoto” è un’opera prima di Giovanni Carpanzano che, dopo l’uscita nelle sale cinematografiche nel 2023 e la distribuzione su Prime Video, è stata ritrasmessa nello scorso marzo in prima serata su Rai 5. Questo film è un piccolo gioiello calabrese che riesce finalmente a sfatare l’odioso mito «nemo propheta in patria», soprattutto se la “patria” è, come in questo caso, una città del profondo Sud.
Pluripremiata, fra cui il premio Miglior Film LGBTQ+ Award, quest’opera esce dai confini autobiografici per diventare la storia di tutti, esplorando gli abissi dell’animo umano intrappolato nel velo dei pregiudizi, gli stessi che, se non sconfitti, ci condanneranno all’infelicità, proprio come accade a Marco, uno dei protagonisti, magistralmente interpretato da Kevin Di Sole, giovane attore che riesce, con grande sensibilità, a permeare il suo personaggio di una straziante tenerezza.. Lo spettatore viene accompagnato in un continuum osmotico fra cinema e teatro e, mentre gli attori recitano, come per incanto, accade la vita, in quegli istanti unici e irripetibili come solo il teatro sa creare. John Huston ha detto: «Se proprio volete lasciare un messaggio, scrivete un biglietto», poche parole per una grande lezione di cinema: raccontate le storie, non siate didattici.
“Il vuoto” ha un messaggio forte e potente che ti arriva come un pugno nello stomaco, ma niente lezioni, nessun banco di scuola; bravo Carpanzano che riesce a tenere insieme un connubio assai difficile, fatto di profondità e leggerezza. Il commento musicale affidato al musicista Nicola Gargaglia, è un inno poetico alla libertà di pensiero. Il cast è straordinario. Valentina Persia esce dalla sua comfort cabaret zone per entrare in un ruolo drammatico, restituendoci l’immagine di una donna frustrata e arrabbiata, senza mai debordare, sempre contenuta ed elegante. Ho amato questo film dalla prima all’ultima scena ma due in particolare, destinate a diventare iconiche: Maddalena Ascione, nel ruolo della sorella del protagonista, rientrata a casa all’alba completamente ubriaca, vestita di piume e con le scarpe in mano. Scena di memorabile interpretazione. Nella seconda, il protagonista, Gianluca Galati, è in discoteca, anche lui decisamente ubriaco, con il trucco sfatto e i tacchi alti… ma cosa volere di più!? E mentre vomita con la testa infilata in un water, incontrerà colei che gli cambierà la vita. Galati è un attore straordinario, ha una faccia che buca lo schermo, un autentico trasformista. Alla sua prima esperienza cinematografica si muove sul set come se fosse a casa propria. Emozionante fino allo stremo. Interpretazione che gli è valsa il premio Gassman come migliore attore. A tutte le persone che hanno lavorato per regalarci questa storia bella e toccante, una storia che ci invita a lucidare il nostro specchio appannato per guardare finalmente chi siamo davvero, a tutte loro due semplici parole: Standing Ovation!
Patrizia Taverniti