Nasce GAIA, il progetto calabrese che rende il gioco accessibile e inclusivo per i bambini con autismo
Un progetto innovativo che unisce tecnologia, creatività e inclusione per offrire ai bambini con autismo nuove modalità di gioco e di relazione
Giocare è un diritto universale, un linguaggio che appartiene a ogni bambino, anche a quelli che incontrano più difficoltà nel comunicare, nel comprendere le emozioni degli altri o nell’instaurare relazioni spontanee.
Da questa ferrea convinzione nasce GAIA – Giochi accessibili e inclusivi per bambini con autismo, un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Calabria e realizzato da TEA S.r.l. (capofila), Studio Rubino S.r.l., Ober S.r.l. e l’Università della Calabria.
Il kick-off meeting si terrà venerdì 14 novembre alle ore 10.30, presso la sede operativa di TEA, a Catanzaro, e segnerà l’avvio di un percorso che unisce ricerca, tecnologia e sensibilità sociale.
L’obiettivo di GAIA è progettare e realizzare giochi multisensoriali e interattivi capaci di stimolare curiosità e creatività, offrendo ai bambini autistici nuove modalità per conoscere il mondo, esprimere le proprie emozioni e condividere le proprie esperienze.
GAIA nasce come evoluzione naturale di AIVES, un precedente progetto in cui la tecnologia è stata messa al servizio dell’arte, attraverso riproduzioni tattili e sensoristica avanzata per la fruizione universale di opere d’arte.
Oggi, quell’esperienza prende una forma nuova, rivolgendosi a un pubblico più particolare: bambini autistici in età prescolare e scolare (0-12 anni). GAIA intende rendere il gioco tangibile e multimaterico, realizzando un nuovo terreno d’incontro comunicativo tra due giocatori – bambino e caregiver – dove la collaborazione e la socialità diventano il cuore pulsate dell’intera esperienza.
GAIA vuole dimostrare che l’innovazione tecnologica può condurre verso progetti che sensibilizzano la questione dell’accessibilità e che l’inclusione può nascere dal gesto genuino e tutto umano del giocare. Anzi: del giocare insieme.
Per tale ragione, la ricerca esplorerà anche il potenziale dell’intelligenza artificiale, come strumento per rendere il gioco più adattivo, coinvolgente e inclusivo, capace di rispondere a diversi livelli di attenzione, motilità e partecipazione di ogni bambino.
“L’obiettivo non è solo insegnare o riabilitare, ma far divertire e creare legami”, sottolineano i ricercatori. “Perché il gioco è, e deve restare, un terreno comune per tutti i bambini”.
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