Settingiano — I tirocinanti denunciano: “Anni di lavoro sprecati, nessuna stabilizzazione”
A Settingiano si chiude con amarezza il percorso dei dieci tirocinanti (4 over 60 e 6 under 60) impegnati da anni presso il Comune. Con una lettera aperta, i lavoratori denunciano la mancata stabilizzazione

Lettera aperta contro la mancata contrattualizzazione: “Abbiamo garantito servizi essenziali, ma siamo stati lasciati a casa senza un grazie”
A Settingiano si chiude con amarezza il percorso dei dieci tirocinanti (4 over 60 e 6 under 60) impegnati da anni presso il Comune. Con una lettera aperta, i lavoratori denunciano la mancata stabilizzazione, nonostante il contributo fornito sia negli uffici che nei servizi esterni.
Negli anni, spiegano, hanno affiancato il personale comunale nelle mansioni amministrative e curato interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione — dalla sistemazione di tubature alle tinteggiature — oltre a svolgere il delicato ruolo di accompagnatori sugli scuolabus, anche per bambini con disabilità.
Un impegno che, ricordano, li ha esposti a rischi concreti, soprattutto durante la pandemia di Covid-19.
“Ci era stato detto che almeno tre di noi sarebbero stati contrattualizzati, ma alla fine nessuno lo è stato” scrivono. “Eppure, nei prossimi due o tre anni andranno in pensione cinque dipendenti quasi tutti a tempo pieno. Inoltre, il Governo ha stanziato fondi storicizzati per cinque milioni di euro, destinati a crescere con la prossima legge di bilancio”.
Secondo i tirocinanti, le risorse disponibili avrebbero consentito l’assunzione di tutti e sei gli under 60, mentre per gli over 60 sarebbero bastati i fondi regionali già previsti fino al 2029, senza gravare sul bilancio comunale.
La critica è diretta: “È mancato il minimo interesse verso la nostra contrattualizzazione, oltre alla volontà politica, morale e umana. Abbiamo acquisito competenze preziose per gli uffici in cui eravamo impiegati, ma tutto questo non è bastato”.
Il tono della lettera è amaro. I lavoratori parlano di “anni di lavoro e sfruttamento” e di “professionalità apprezzate solo finché eravamo utili”. Denunciano di essere stati reperibili anche fuori orario e di aver svolto mansioni extra, senza che ciò si traducesse in un riconoscimento stabile.
“Pensavamo di essere stati apprezzati, invece abbiamo ricevuto solo parole. Speriamo in una stabilizzazione presso un altro ente che riconosca il nostro operato” concludono i tirocinanti, lasciando trasparire delusione e disillusione.
La vicenda apre interrogativi sulla gestione delle risorse umane negli enti locali e sul destino dei tirocinanti che, dopo anni di servizio, rischiano di vedere svanire ogni prospettiva occupazionale.