Palermiti - Il ricordo di Maria Marcella ed Elisabetta

Il CNDDU rinnova l’impegno civile contro la violenza mafiosa

A cura di Redazione
08 settembre 2025 20:00
Palermiti - Il ricordo di Maria Marcella ed Elisabetta -
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Palermiti - Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rinnova la memoria e l’impegno civile in ricordo di Maria Marcella, 47 anni, e di sua figlia Elisabetta Gagliardi, appena 9 anni, vittime innocenti della violenza cieca e disumana della ‘ndrangheta.

Quella sera del 1990, a Palermiti (CZ), due vite vennero spazzate via da una ferocia che colpì senza pietà, lasciando dietro di sé una scena che ancora oggi non possiamo evocare senza provare indignazione, dolore e sgomento. «La crudeltà di quell’agguato - si legge in una nota - non fu soltanto un atto criminale, ma un’offesa ai valori più profondi di una comunità: la sacralità della vita, la protezione dell’infanzia, la dignità di ogni essere umano.

Ricordare Maria Marcella ed Elisabetta non significa soltanto custodire il ricordo di due vittime innocenti; significa ribadire che la memoria è uno strumento di giustizia e resistenza. Significa guardare in faccia la violenza mafiosa non come un destino inevitabile, ma come una sfida da affrontare con la forza della cultura, dell’educazione, della legalità.

Il CNDDU ritiene fondamentale che le scuole diventino luoghi di memoria attiva, capaci di raccontare agli studenti non solo le date e i fatti, ma anche il dolore umano, le storie spezzate, i silenzi e le voci che chiedono giustizia. Solo così la memoria si trasforma in consapevolezza, e la consapevolezza in cittadinanza attiva.

Proprio la scuola rappresenta il presidio più importante nella costruzione di una cultura della legalità.
Ogni lezione può diventare un momento per riflettere sul valore della giustizia e della responsabilità civile.
Educare alla legalità significa educare al rispetto reciproco, alla solidarietà e alla difesa dei diritti umani. Gli studenti devono essere accompagnati a comprendere che la mafia non è soltanto un problema giudiziario, ma una negazione della libertà di ciascuno.

Le pratiche quotidiane, dal dialogo al rispetto delle regole, sono la palestra in cui si allena una cittadinanza consapevole.

Le scuole possono e devono essere laboratori di resistenza civile, capaci di generare anticorpi sociali contro ogni forma di prevaricazione.

Solo attraverso l’educazione alla legalità possiamo rendere giustizia alle vittime innocenti e costruire un futuro libero dalla violenza mafiosa.

La barbarie che colpì Palermiti quel giorno d’inizio settembre non deve restare relegata nelle cronache giudiziarie o nei ricordi privati delle famiglie: deve entrare nel patrimonio collettivo della memoria nazionale, al pari di tante altre pagine oscure della nostra storia.

In ricordo di Maria Marcella ed Elisabetta, il CNDDU invita insegnanti, studenti e cittadini a dedicare un momento di riflessione nelle aule, nelle piazze e nelle case, perché da quella tragedia nasca un impegno rinnovato: dire con forza che la violenza mafiosa non appartiene al futuro che vogliamo».


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