Ricordi di guerra e di amicizia: quando le figlie di Luigi Basile trovarono rifugio a Cuturella
Cropani - Serafino Schipani, in arte Seraschi, rievoca un episodio familiare legato al secondo conflitto mondiale: il coraggio, la paura e la solidarietà di un tempo che non si dimentica

Cropani – In un’epoca segnata da nuovi conflitti e tensioni internazionali, il poeta e scrittore Serafino Schipani, conosciuto come Seraschi e candidato al Premio Mar Jonio fondato da Luigi Stanizzi, ha scelto di riportare alla luce un frammento di memoria bellica che riguarda la sua famiglia e la comunità cropanese.
Il ricordo è riaffiorato durante alcune serate estive al Lido Levato di Cropani Marina, conversando con i fratelli Salvatore, Enzo e Angela Levato, originari di Cuturella e figli del compianto Franco Levato e di Barbara Fittante. Dal dialogo, accompagnato da un gelato, si è passati dalle storie di famiglia ai racconti della guerra, fino ad arrivare a un episodio che ancora oggi conserva tutta la sua intensità.
L’armistizio e la paura dei bombardamenti
Era il settembre 1943. Dopo l’armistizio di Cassibile, gli anglo-americani divennero alleati mentre i tedeschi, in ritirata verso Nord, non risparmiavano minacce. “Italiani, traditori!” urlavano alcuni aviatori sorvolando Cropani a bassa quota.
Le giovani figlie di Luigi Basile, incuriosite nonostante i divieti, aprivano gli scuri per osservare i velivoli. Ma i genitori temevano ritorsioni e soprattutto il pericolo di bombardamenti.
Fu allora che Salvatore Levato (1905-1989), stimato galantuomo di Cuturella e amico fraterno del Basile, offrì ospitalità alle ragazze nella sua casa, in un borgo ritenuto al sicuro perché troppo piccolo e isolato per costituire un obiettivo militare.
L’ospitalità di Cuturella
Il trasferimento avvenne a piedi, lungo l’unica mulattiera che collegava Cropani a Cuturella, percorsa solo da pedoni e animali da soma, con un fragile ponte di legno sul Crocchio.
Per alcune settimane le figlie di Luigi Basile vissero lì, lontane dalle paure della guerra, ritrovando la leggerezza della loro età. Una parentesi di serenità resa possibile dalla generosità dei Levato.
Devozione e tradizione
Lo stesso sentiero, racconta Schipani, era percorso ogni anno nel mese di maggio da torme di donne cropanesi, in gran parte scalze, che in pellegrinaggio si recavano all’alba a Cuturella per onorare San Michele Arcangelo, patrono del borgo. Una tradizione votiva che resiste nel ricordo collettivo.
Un uomo d’altri tempi
“Mia madre ricordò sempre con riconoscenza – scrive Seraschi – la cordiale ospitalità della famiglia Levato e soprattutto la figura di Salvatore, uomo onesto e stimato, un vero galantuomo che avrei voluto conoscere”.
Un racconto in cui guerra e amicizia si intrecciano, restituendo l’immagine di una comunità capace di resistere alle paure e stringersi attorno ai valori della solidarietà.
La memoria che diventa poesia
Oggi, mentre ha già dedicato versi a Sersale, Cropani e Arietta, Schipani sta lavorando a una poesia su Cuturella, per celebrare anche in forma poetica quella comunità che in un tempo difficile seppe offrire rifugio e conforto.